Viviamo in un’epoca di comunicazione e, nel contempo di incomunicabilità. Specie le grandi città sono piene di nubili, celibi, separati, divorziati, vedovi. Sono i “Single”: vivono soli, abitano in
minialloggi e residence, per lo più ubicati vicino ai servizi più richiesti, come self-service, supermercati, lavanderie, cinema. Negli Stati Uniti i single sono un nono della popolazione, con un forte incremento negli ultimi anni: ed anche in Oriente, a Tokio, per esempio.
I single “per scelta” sono persone psicologicamente adulte, esenti da conflittualità patologica che, almeno per un certo tempo, non desiderano impegnarsi nella convivenza o nel matrimonio o nell’avere dei figli. Possono però avere una relazione affettiva ed anche sessuale. Alcuni vivono magari soli durante i giorni lavorativi e tornano in famiglia durante i fine settimana.
Non sempre e non da tutti sono giudicati in maniera realistica: alcuni li invidiano perchè, beati loro, possono fare quello che vogliono, altri li considerano problematici, egoisti, acidi, bisbetici. Ma i “single per scelta” sono, quando accoppiati sereni o inquieti, contenti di sé o insoddisfatti.
La “slngleness” è spesso un periodo, di solito dai 18 ai 30 anni, di piacevole transazione. Si ha maggiore libertà di azione nel campa del lavoro, del divertimento, del tempo libero, che poi esita in
una comune convivenza o matrimonio. Il single per scelta, insomma, non è un soggetto disturbato nell’affettività e non ha alcuna preclusione nei confronti della convivenza o del matrimonio: aspetta da solo, se viene, la persona giusta.
Single per “destino”: vedovi, coniugi abbandonati specie se anziani, carcerati, emigrati, questi a volte, si lasciano andare, perdono il coraggio, la voglia di vivere, se non riescono a metabolizzare il dolore.
Single per “nevrosi’: sono quelli incapaci di vivere una intimità amorosa, di formare una famiglia, di mantenere il ritmo affettivo di una coppia stabile. Il più delle volte hanno avuto rapporti negativi con la famiglia di origine, ad esempio con una madre invadente. Sono persone spesso depresse, stressate, succubi del lavoro nel quale cercano il successo come forma di compenso. A
volte si “viziano” facendosi degli inutili regali per un continuo bisogno di trattarsi bene. Non sono mai sereni, si lamentano di non avere affetti familiari, né veri amici: hanno l’angoscia del giorni festivi, dove maggiormente patiscono la solitudine affettiva e sessuale. I single nevrotici sono spesso disponibili a una relazione ma, per cosi dire, non hanno le “carte in regola” dal punto di vista psico-affettivo. Anche se la loro immaturità li ammanta di vittimismo, la “colpa è sempre degli altri”, spesso restano soli perchè sono persone poco gradevoli, sono egocentrici e restano soli perchè gli altri non li gradiscono. A volte questi soggetti vanno verso gli altri per prendere e non per dare ed è questo che fa allontanare gli altri, spesso anche i parenti. In altri casi i single nevrotici hanno paura dell’impegno affettivo che la convivenza o il matrimonio comportano; altre volte il restar solo può essere una reazione paranoica e di superiorità, altre volte c’è un esagerato narcisismo, altre volte ci sono del veri e propri aspetti omosessuali.