Da “Il Gazzettino” del 25/02/2000

Molte le telefonate al Servizio del Gazzettino “Il Medico Sessuologo risponde” e molti i pazienti che si rivolgono al Sessuologo ed all’Andrologo per un non buon funzionamento sessuale – disturbi erettivi, eiaculazione precoce, assenza di desiderio – legato a problemi, a “pensieri”, a stress.

D’altra parte c’è da sempre una espressione, colorita, napoletana, che esprime questo concetto: “il… non vuole pensieri”.

Il che è in buona parte vero, ma non sempre e non per tutti; ma come si fa a non avere pensieri, preoccupazioni, frustrazioni, dispiaceri, specie nel mondo attuale, nella nostra cultura e modo di vivere occidentale, i cui bisogni reali o presunti tali portano la maggior parte degli uomini ad affannarsi, a stressarsi, ad esaurirsi? E tra i più frequenti sintomi ci sono appunto i disturbi sessuali: con l’aumento dell’adrenalina, spesso della prolattina, con conseguente possibile calo del testosterone; e poi c’è la facilità, anch’essa dannosa al sesso, con cui molti, per sedare l’ansia, assumono psicofarmaci, o abusano di alcool, o di sigarette, quando non anche di altre droghe. Perché non si capisce o non si vuol capire, che anche l’ansia, anche il “dispiacere”, fanno parte della vita e, se non eccessivi o senza motivo, o francamente patologici, nevrotici o psicotici, andrebbero accettati, metabolizzati, ridimensionati.

Ma molto dipende dal carattere: ci sono caratteri fieri, combattivi la cui ansia viene focalizzata nell’azione che può essere fisica o psichica. Se questa combattività è unita all’intelligenza e ad una giusta autostima, per questi caratteri, la lotta per la vita che c’è per tutti, non si trasforma in ansia patologica o in depressione.

Mentre ci sono altri caratteri, paurosi o chiusi o subdepressi, che quasi “se le chiamano”, e che non tollerano le frustrazioni e le normali preoccupazioni della vita; ne rimangono schiacciati e non riescono a reagire. Come anche ci sono individui per così dire modesti, per nulla ambiziosi, che vorrebbero vivere in pace e tranquilli. Soprattutto per queste due ultime categorie di soggetti, “il… non vuole pensieri”.

Da “IL GAZZETTINO” del 18/02/2000

Questa settimana rispondo a due lettere inviatemi tramite il Gazzettino da due Lettori della mia Rubrica di Sessuologia.

Il primo è un signore di 55 anni che deve essere operato di “ipertrofia prostatica”. Mi dice:

“…l’urologo mi ha informato che l’intervento sarà semplice ma che l’eiaculazione non avverrà più all’esterno ma andrà a finire in vescica…”.

Mi chiede se a causa di ciò continuerà ad esserci per lui una normale partecipazione, emotività, orgasmo, oppure se avrà delle difficoltà di qualche tipo al rapporto sessuale.

Rispondo: intanto ringrazi il buon Dio che si tratta solo di un’ipetrofia prostatica evidentemente benigna, dato che che l’urologo gli ha detto che l’intervento chirurgico sarà semplice. Questo intervento quasi sicuramente non interferirà né sul desiderio, né sull’erezione; ma se anche, data la sua età ancora giovane ma non più giovanissima, si presentasse un qualche disturbo sessuale, oggi ci sono anche rimedi tipo le prostaglandine per via intracavernosa o il sildenafil per via orale; quest’ultimo, sempre che lo si possa assumere, soprattutto tenendo conto delle condizioni cardiache e di altre poche controindicazioni. E fin qui Le ho risposto come medico Sessuologo-Andrologo.

Per ciò che riguarda l’eiaculazione in vescica e non più all’esterno, (eiaculazione retrograda), questo potrebbe in realtà “dispiacerLe”; ma è un aspetto che va valutato con buon senso e con un po’ di ironia: non vedrà più e non potrà mostrar più… l’esito delle sue fatiche virili; ma ci saranno anche meno pericoli di incidenti non voluti, ancora possibili alla sua età.

L’altra lettera è di un signore di 73 anni che è stato operato di “aneurisma addominale”. Mi chiede se questo intervento…

“…può condizionare o interferire nel normale andamento del Rapporto Matrimoniale….”.

Mi pare di capire che questo signore, saggiamente, ponga l’accento più sul “rapporto di coppia” che sul puro aspetto sessuale. E ciò è giusto perché il rapporto di coppia è fatto, specie ad una certa età, di affetto, di rispetto, di tolleranza reciproca; e per ciò che riguarda il sesso… di quello che si può.

Da “Il Gazzettino” del 11/02/2000

La scorsa settimana da questa Rubrica ho parlato della differenza tra la sessualità maschile e quella femminile; e ciò ho fatto partendo dall’aspetto “finalistico” della sessualità, che è la procreazione.

Ma oggi i tempi sono cambiati; la finalità “procreativa” della sessualità umana ha ceduto il passo alla finalità del “piacere”, e forse è sempre stato così, specie per l’uomo.

Ma oggi è così anche per la donna, in onore alla “par condicio”. Oggi si parla di sessualità tra omosessuali, maschi e femmine e si curano anche i disturbi di tale tipo di sessualità, quando ci sono.

Eppure questa sessualità non è sicuramente finalizzata alla procreazione. Così come si valutano e si curano i disturbi sessuali nella terza età, negli uomini anche di 70-80 anni che gradiscono ancora avere un’attività sessuale, e nelle donne in menopausa; ed anche in tali casi non c’è sicuramente finalità procreativa. Anche curare la frigidità o l’anorgasmia della donna, o l’eiaculazione precoce dell’uomo, non ha finalità utile per la procreazione, purtuttavia a nessuno oggi verrebbe in mente che non è “deontologico”, o “etico” parlare di questi argomenti e cercare di curare questi disturbi, a chi li ha. Solo un “bacchettone” e “moralista” insieme potrebbe pensarlo e negare così valore alla “Sessuologia medica” che è quella branca della medicina che diagnostica e cura disturbi sessuali dell’uomo e della donna su base prevalentemente psicologica o all'”Andrologia” che diagnostica e cura disturbi sessuali dell’uomo su base prevalentemente organica.

Il comportamento sessuale dell’uomo e della donna è biologicamente innato e come tale finalizzato alla procreazione; ma considerando solo questo aspetto andrebbe curata nell’uomo solo l’impotenza e nella donna solo il vaginismo, perché entrambi questi disturbi non permettendo il coito, non permettono la procreazione; anzi, si potrebbe arrivare a dire che potrebbero non essere curati neanche questi disturbi perché oggi c’è la possibilità della fecondazione artificiale.

Ed allora la realtà è un’altra: è che, non dovendo troppo considerare l’aspetto finalistico procreativo, dobbiamo curare disturbi sessuali che abbassano e di molto la gioia di vivere, nel senso che è indubbio che una donna frigida o anorgasmica sia infelice di questa sua condizione; e così anche un uomo, il cui rapporto sessuale duri pochi minuti quando va bene o una manciata di secondi.

Cosa gliene importerà a lui se gli si dice che è fertile, che può generare, che anzi i più prolifici tra gli animali (conigli, ad esempio), durano ancor meno di lui. Egli sarà infelice se non lo si cura, per se stesso e per la sua compagna che neanche si accorge di quel che succede quando fanno all’amore, tanto rapido è stato il tempo.

Oggi, spesso, una sessualità soddisfacente bisogna “apprenderla”; si deve, in molti casi, migliorare ed in altri casi modificare il comportamento sessuale, spesso troppo sbrigativo e rapido nell’uomo e troppo passivo nella donna. Esiste una psicoterapia sessuologica specifica ed esistono anche buoni farmaci, che a volte servono anch’essi.

Da “Il Gazzettino” del 08/02/2000

La parola stessa “menopausa”, evocava fino a non molti anni fa, un quadro piuttosto brutto per la donna e, in pratica, spesso, la fine della sua attività sessuale.

Oggi non è più così, vuoi per le terapie sostitutive ormonali, vuoi per un cambiamento di mentalità sociale che non considera più ridicola o sconveniente, o da non parlarne, l’attività sessuale nella donna, diciamo di oltre 50 anni, per fissare un termine che mediamente è quello della menopausa fisiologica.

Diciamo subito che la menopausa altro non è che la cessazione delle mestruazioni. L’intero periodo che vede la donna uscire dalla vita riproduttiva ed entrare in uno stato di infertilità, dura in media cinque anni e si chiama climaterio. In questo lasso di tempo la donna si assesta in un nuovo equilibrio. Non è quindi l’inizio della fine, di nulla, a meno che non si voglia considerare vita solo la piena giovinezza, come può accadere di pensare ad alcuni, uomini o donne; ma ciò è sbagliato… o frutto di depressione; è comunque meglio non pensarla così.

Diciamo che la menopausa è semplicemente un’epoca della vita, per la donna; essa d’altronde è abituata, o dovrebbe esserlo se sana soprattutto dal lato psicologico, a cambiamenti molto evidenti del suo “essere donna”: l’adolescenza, con la prima mestruazione, con un periodo di non perfetta regolarità mestruale, che poi si assesta e che porta alla piena giovinezza e maturità sessuale. E poi, per molte, la gravidanza, anch’essa periodo di mutamenti ormonali e psico-fisici; vissuto, anche questo periodo, da una donna sana come, anche sessualmente, appagante; la menopausa deve essere vissuta così, come un cambiamento, come un nuovo assestamento, che poco o nulla deve incidere, anche sulla sua sessualità; e se c’è bisogno di qualche aiuto, farmacologico o psicologico, non c’è nulla di male.

D’altra parte, parlando di sessualità della donna a questa età, come a tutte le età, si deve considerare anche il suo partner che, tranne rare eccezioni, anch’egli non è più molto giovane e potrà avere qualche problema, che si deve cercare di risolvere; ed anche in questo non c’è nulla di male o di sconveniente. Ecco, il punto è questo: considerare, anzi dare per scontato, che ad ogni età, sia l’uomo che la donna, possono avere una loro vita sessuale. E se anche questa non è irruenta e frequente come nei precedenti periodi della vita, è pur sempre sessualità che, specie se unita alla tenerezza, al rispetto e possibilmente all’Amore, è un completamento della vita.

Volendo accennare a mutamenti, relativi all’età, nel funzionamento sessuale femminile, è da dire che, in generale, a qualsiasi età, la sessualità femminile presenta variazioni individuali assai più ampie di quelle riscontrabili nell’uomo. Le differenze tra i sessi nello schema dello sviluppo sessuale cominciano a manifestarsi sin dall’adolescenza; in questo periodo le ragazze sperimentano un cambiamento fisico marcato ed un improvviso aumento dell’interesse sessuale; purtuttavia, anche a questa età le ragazze, più dei maschi, tendono a legarsi affettivamente; sono più lente nel risveglio sessuale e meno intensa è la loro esigenza sessuale e orgasmica. Ad esempio, mentre praticamente tutti i ragazzi si masturbano, un 30/40% delle ragazze non lo fanno.

Ed anche è differente, tra ragazzi e ragazze, per ciò che attiene all’orgasmo: il giovane magari ha l’eiaculazione precoce, ma nell’atto sessuale ha sempre l’orgasmo, mentre lo stesso non vale per le ragazze, le quali valorizzano di più e ricordano come esperienze eccitanti, i baci, le carezze, il “petting”, anche se non completato dall’orgasmo. Anche in una vita di coppia giovane, dai 20 ai 30 anni, dove la frequenza sessuale è al suo massimo, la donna viene il più spesso trascinata a ciò dall’intenso desiderio sessuale dell’uomo.

Le donne raggiungono il culmine della loro reattività orgasmica sui quarant’anni, quindi ben più tardi dei maschi. A questa età le donne si sentono più sicure e si liberano dalla vergogna e dai timori di chiedere all’uomo ciò che le eccita maggiormente.

Durante gli anni del climaterio ed anche dopo la menopausa, il funzionamento sessuale femminile è molto variabile e dipende dallo stato psicologico della donna e dal suo rapporto con il partner.

E’ vero che in menopausa c’è una drastica caduta degli ormoni sessuali femminili che sono l’estrogeno ed il progesterone; come è vero che legati soprattutto, ma non solo, a questi mutamenti ormonali, molte donne diventano irritabili o depresse, o hanno vampate di calore e sudorazioni improvvise. Ma a parte che oggi questi squilibri endocrini possono e devono essere curati, è da dire che mentre ci sono donne che in età di menopausa riferiscono un indebolimento del desiderio sessuale, molte altre provano addirittura un aumento del desiderio erotico, sempre che ci siano situazioni adatte ed ottimali.

A proposito del possibile aumento del desiderio erotico è da dire che, almeno teoricamente, la libido potrebbe effettivamente aumentare nella donna in menopausa perché l’azione degli androgeni (ormoni del desiderio), non è più contrastata dagli estrogeni che, come detto, calano a picco nella menopausa.

Purtuttavia è opportuno ripristinare un certo livello di estrogeni, nella donna, con la terapia sostitutiva – ovviamente questa sempre controllata da un medico esperto – perché così si evitano alcuni disturbi fastidiosissimi anche per l’attività sessuale, quali la secchezza vaginale, oltre alla facilità all’osteoporosi, all’ipertensione arteriosa, alle malattie cardiovascolari.

Per tornare, e concludere quindi, con la sessualità della donna in menopausa, è da dire che se essa gradisce ancora avere rapporti sessuali, se quindi non è depressa, se essa è sposata con un uomo ancora valido e col quale abbia un buon rapporto psico-affettivo, oppure se è sola ma in condizioni di trovare partner interessati ed interessanti – ed oggi le donne possono essere, anche fisicamente, appetibili fino a tarda età – questa sessualità può essere vissuta ed agita fino ad età avanzata, con i soli limiti di buon senso, di non forzatura, di non obbligo.