Gentile dott.Mercuri,
seguo sempre la sua Rubrica e ricordo che ha parlato ancora del desiderio sessuale. Le espongo il mio problema: ho 34 anni, sposata, due figli, lavoro, amo mio marito. Prima del matrimonio avevo tanto desiderio ed anche per questo mi sono sposata molto giovane, ma da diversi anni ormai non ho più voglia di fare l’amore. Non posso però sempre rifiutarmi, ed allora lo facciamo in media una volta al mese, ma mi creda se fosse per me… Mi dia qualche consiglio… Esiste qualche farmaco?

Gentile Signora,

il desiderio sessuale è la prima importantissima fase di tutto il seguito. Se non c’è il desiderio (libido) non ci sarà, o sarà stentata e molto difficile, né la seconda fase (eccitamento) né la terza fase (orgasmo). Ed è quello che mi dice capita a Lei: si mette a far l’amore senza voglia, solo perché pensa di doverlo fare… Magari anche spera che l’appetito venga mangiando ma poi non Le succede.

Si potrebbero dire tante cose ma lo spazio è tiranno: veda intanto, con un bravo medico esperto in sessuologia, di fare una indagine ormonale, perché a volte una carenza degli ormoni sessuali può avere la sua importanza, esistendo una sinergia tra tali ormoni ed alcuni neuro trasmettitori deputati al piacere sessuale primo tra tutti la dopamina. Mi dice che assume la pillola anticoncezionale: si potrebbe provare a cambiarne il tipo.

Si stanno sperimentando farmaci che potrebbero facilitare il desiderio (apomorfina, dopaminergici, ossitocina) ma all’attuale non ce ne sono, di farmaci afrodisiaci.

Ma io credo proprio che sul desiderio sessuale, specie su quello femminile, la parte maggiore spetti a fattori psicologici e relazionali: mi dice di amare suo marito, e questo è positivo; ma mi dice di essere spesso stanca e stressata dal lavoro fuori casa e dai figli e dal peso della famiglia, e questo non è positivo. Si organizzi e si prenda del tempo anche per se stessa, e cerchi di essere più rilassata.

Esistono, ma si devono ricercare, alcuni elementi complici favorevoli del desiderio: sono la capacità e la volontà della coppia, di sorprendersi, di continuare a sedursi, di ridere, di divertirsi; ed inoltre di non arrendersi alla routine, e di avere e di mantenere un immaginario sessuale privato o condiviso, che è il carburante più consono all’accendersi del desiderio.

Da “Il Gazzettino” del 03/08/2000

Un sacerdote intelligente, mio conoscente da anni, mi ferma e si complimenta con quanto scrivo da anni nella mia Rubrica del Gazzettino “…anche se l’argomento è scottante…”. Mi chiede se posso spiegare la differenza tra polluzione e masturbazione. Mi dice:

“…la polluzione a volte dà dei sensi di colpa ai giovani… capisco la masturbazione, che è un atto volontario…”.

Gli anticipo quale sarà la mia risposta e gli prometto che ne scriverò.

La polluzione è l’involontaria emissione di liquido seminale, durante la notte, accompagnata di solito da sogni erotici e da sensazioni di piacere. E’ semplicemente assurdo e sbagliato avere sensi di colpa per la polluzione, ma dire questo non serve a niente a chi ha questo problema psicologico. Non bisogna instillare nei giovani il concetto che il piacere sessuale è peccato: questo è il punto. I peccati sono ben altri!!

Quindi non si tratta di far “guarire” chi ha questi complessi, quanto di prevenirli con una sana e laica educazione sessuale.

La masturbazione è, invece, la soddisfazione di un istinto sessuale, da soli. Da soli o per mancanza di partner, o anche se si ha il partner ma ogni tanto si sente il bisogno di soddisfarsi da soli.

Anche questa, la masturbazione, non deve essere considerata peccato, non deve essere vietata. Ho scritto varie volte che, oltre ad essere normale e naturale, può essere anche terapeutica in alcuni disturbi sessuali, sia femminili (difficoltà a raggiungere l’orgasmo), che maschili (eiaculazione precoce), ovviamente assieme e nel contesto di una psicoterapia specifica sessuologica.

Voglio precisare che la mia risposta è quella di un medico sessuologo, necessariamente laico e libero da specifiche ideologie e condizionamenti.

Ad ognuno il suo mestiere, ma sono convinto che la Sessuologia deve essere intesa, oggi, con criterio medico-psicologico, che tenga conto dei progressi della scienza e l’educazione sessuale deve dare tranquillità e gioia alla vita.

Ci vediamo il 23 agosto.

Da “Il Gazzettino” del 24/07/2000

Dottore,
“ho 27 anni, ho avuto un solo ragazzo col quale ho fatto l’amore alcune volte, ma senza alcun piacere. Credo che io lo abbia fatto solo per non essere più vergine; in realtà non lo amavo, ma quel che mi preoccupa è il fatto di non avere mai provato l’Amore. Che io abbia il cuore di pietra o il sesso di ghiaccio?”

Rispondo:

intanto, se non proprio l’Amore ma perlomeno l’infatuazione o l’attrazione sessuale dovrebbero essere la condizione senza la quale è assurdo e sbagliato mettersi a far sesso. Che male ci sarebbe stato a rimanere ancora vergine? Anche perché la prima volta che si fa l’amore completo, pur volendo sfrondare questo avvenimento da eccessivi romanticismi, è pur sempre un ricordo importante e quindi è meglio che sia bello.

Il cuore di pietra, rispondo come medico, non esiste. Ma la possibilità di innamorarsi, che non dipende poi dal cuore, ma dal cervello, esiste sempre, in tutti e a tutte le età.

Il sesso di ghiaccio potrebbe anche esistere, ma è raro. Per verificare se Lei appartiene a questi “casi rari”, le dovrei chiedere, ad esempio, se ha mai notato in Lei sensazioni che potessero essere definite desiderio sessuale; se ha provato mai piacere, magari casualmente, toccandosi in certe parti del suo corpo e, se questo è accaduto, si è poi soffermata volontariamente su quel contatto per riceverne maggior piacere.

Se le risposte fossero tutte negative, ciò potrebbe significare che Lei ha effettivamente un problema sessuale che comunque si potrebbe tentare di risolvere con una psicoterapia specifica sessuologica. Se invece le risposte fossero tutte positive, vuol dire che Lei sicuramente non appartiene alla categoria “sesso di ghiaccio” e che deve solo trovare il partner giusto per Lei.