Da “Il Gazzettino” del 05/11/2001
Rispondo ad una lettera inviatami tramite il Gazzettino.
“Gent. Dott. Mercuri,
sono sposata da quindici anni, ho 40 anni, un figlio. Mio marito, che è stato sempre molto riservato ed anche forse un po’ inibito sessualmente, da qualche tempo mi esprime fantasie sessuali che mi disturbano. Mi dice che vorrebbe avere un rapporto con me e con una mia amica, oppure con me e con un nostro amico oppure con uno sconosciuto. Dottore, mi dica, gli ha dato di volta il cervello o sono io troppo pudica?…”
Gentile signore,
ho scritto ancora su questo argomento delle fantasie sessuali e ribadisco che l’immaginario sessuale è molto importante, a volte indispensabile per fare bene l’amore. E’ il cervello il primo e più importante organo sessuale per la specie umana, mentre per le altre specie animali più importanti sono i fattori fisici, ormonali in particolare.
Ma anche detto e ribadito questo concetto, ciò non toglie che ci vuole “modus in rebus” e cioè delicatezza, senso dell’opportunità, gradualità, in ultima analisi intelligenza per capire “se, quali, e quando” dirle, le fantasie, al proprio partner. Esse si possono dire solo quando si è capito che quelle fantasie piacciono all’altro, lo eccitano; non si devono dire se non si è certi di questo, ma accontentarsi di pensarle, se eccitano. E per capire il partner nei suoi più vari aspetti psicologici e quindi anche nella sua sessualità bisogna avere sensibilità, intuito, confidenza, intimità, complicità; tutti aspetti, questi, che rendono non problematico, ma soltanto bello e gratificante per entrambi, il rapporto sessuale.