Dottor Gabriele Mercuri

Nato in un paesino della Calabria sull’Aspromonte, da papà del Sud e da mamma del Nord.

All’età di 25 anni mi sono laureato in medicina e chirurgia presso l’Università di Messina in Sicilia.

In Calabria non c’era ancora l’Università.

Ogni mattina, alzandomi alle 6 per prendere il ferry boat, frequentavo l’università, tornavo a casa ogni sera, due ore di andata, due ore di ritorno.

Studiavo durante il viaggio e poi in biblioteca e poi frequentavo tutte le lezioni.

Mangiavo durante tutto il giorno un semplice arancino, 30 lire, e un caffè. Tornavo a casa la sera affamato.

Questa è stata la mia vita per 6 anni.

Era il dopoguerra in Calabria, all’università studiavano quasi esclusivamente i figli dei ricchi. Io non ero povero, ma avevo perso il padre a 16 anni, morto di malattia contratta nella Guerra d’Africa, ed io ero il primo di tre figli.

Mamma insegnante. Ci si doveva sbrigare a studiare e poi subito andare a lavorare ma io avevo tanto entusiasmo e voglia di realizzarmi il prima possibile. Perciò dopo 20 giorni dalla Laurea sono andato a lavorare in Manicomio a San Servolo a Venezia. Era un posto dove pochi volevano andare; il posto libero mi fu segnalato dal presidente dell’Ordine dei Medici di Reggio Calabria, Professor Spinelli, poi messosi in contatto con il presidente dell’Ordine dei Medici di Venezia dottor Andreose.

In ospedale, oltre a lavorare, ho studiato e ho preso due specializzazioni, una di neurologia e psichiatria a Modena, ed una in Psichiatria Forense e Criminologia Clinica a Roma. Non ho mai fatto ferie per i primi 10 anni, perché le ferie mi servivano per andare a frequentare e a dare gli esami; altri permessi erano concessi ma non retribuiti. Durante tutto il periodo ospedaliero feci tante perizie psichiatriche, centinaia, mandato soprattutto dai vari Tribunali e Preture del Veneto nei Manicomi giudiziari di quasi tutta Italia, ed inoltre feci 33 pubblicazioni scientifiche di argomenti di Psichiatria e Criminologia.

Feci anche carriera in ospedale, fino a primario incaricato. Ho lavorato fino al 1978 (16 anni), anno in cui la legge Basaglia, liberando i matti dal manicomio… liberò anche me. Potevo scegliere se andare nei reparti ospedalieri psichiatrici (che non mi convincevano come idonei alla cura dei malati di mente) o scegliere la libertà, la libera professione. Dopo qualche notte insonne a pensare… monoreddito, moglie e due figli a carico… decisi per la libera professione. Continuai però a fare il Neurologo per l’INAM e l’INAIL e l’ospedale militare di Sant’Anna di Venezia per altri 14 anni e contemporaneamente la libera professione come piccola psichiatria, cioè cura dei nevrotici e caratteriali.

E così mi passarono i miei primi 30 anni di vita professionale. Siamo nel 1992.

A questo punto ci fu un altro cambiamento importante nella mia vita professionale: in occasione di un corso di sessuologia da me frequentato a Firenze, diretto dal professor Villy Pasini, conobbi il professor Fabrizio Menchini Fabris, direttore della Specializzazione di Andrologia presso l’Università di Pisa.

Sono stato colpito e contagiato dalla sua passione ed entusiasmo per tale specialità che legava sapere medico (Andrologia) ed aspetti aspetti psicologici (Sessuologia). Ma nel 1993 l’Andrologia, come specializzazione autonoma, ha finito di esistere. Rimasero specialisti solo quelli tali da prima della suddetta data. Di ripristinare la specializzazione autonoma di Andrologia, se ne parlava spesso nei congressi, ma fino ad oggi nulla…

Le università maggiori, soprattutto al nord Italia, istituirono perciò dei Corsi di Perfezionamento e dei Master, ai quali si accede con un esame di ammissione e si completano con un esame di merito finale. E tutto questo io feci, presso le Università di Firenze, Pisa, Padova, collaborando anche per alcuni anni con il Professor Scutari, Primario Urologo dell’Ospedale Civile di Castelfranco Veneto. Fui iscritto quindi alle due società più importanti di Andrologia, la SIA e la SIAM, quest’ultima ad indirizzo tipicamente medico.

Arriviamo ad un’altra data per me importante: nel 1998, incoraggiato dall’allora direttore del “Gazzettino”, Dottor Giulio Giustiniani, incominciai a scrivere su argomenti di Sessuologia e Andrologia e riferire su congressi e novità terapeutiche. Inoltre per 5 anni, tutti i lunedì, risposi ai quesiti dei lettori sulla rubrica “il Sessuologo risponde”. Per gli stessi anni collaborai per le riviste “Salve” e “Cosmopolitan”.

Nel 2001 fui iscritto all’albo dei Giornalisti, categoria Pubblicisti, dal qual fatto ne vado fiero.

Da allora a tutt’oggi, oltre ovviamente a lavorare come medico nelle branche suddette della medicina e a frequentare tanti congressi ed ancora corsi di aggiornamento in tali materie, vengo invitato da varie emittenti televisive come giornalista opinionista su fatti di cronaca e di costume ed anche a dibattiti politici, pur non essendo io mai, ed anche di questo ne vado fiero, stato iscritto ad alcun partito politico e ad alcun sindacato.

Ancora oggi lavoro con lo stesso entusiasmo di quando ho iniziato.

Lavoro nei mie due studi privati di Venezia e di Mestre.