Un lettore di 73 anni

Disfunzione erettile post biopsia

Da “Il Gazzettino” del 21/01/2000

Un lettore del Gazzettino mi scrive:

“Il 5/11/99 sono stato sottoposto ad agobiopsia prostatica ecoguidata per un’indagine di controllo. Mi rendo conto che ho 73 anni, ma fino al suddetto giorno non ho mai avuto difficoltà di erezione nel rapporto sessuale. Sono trascorsi quasi due mesi e il problema persiste. Se può succedere che, specie ad una certa età, una biopsia alla prostata provochi ciò, perché nessun medico mi aveva messo al corrente?”

Il lettore, che si dichiara “assiduo lettore del Gazzettino”, si firma e mi prega di rispondergli nella rubrica di Sessuologia.

Gentile lettore,

vorrei intanto rassicurarLa dicendoLe che la agobiopsia prostatica ecoguidata, se eseguita a regola d’arte, non dovrebbe ledere alcun organo, in particolare nervi o vasi importanti per l’erezione.

Non so, dato che Lei mi parla di un’indagine di controllo, quale patologia prostatica Lei avesse avuto o abbia. E’ sempre indispensabile per un Medico, avere tutta la documentazione, e soprattutto potere visitare direttamente il paziente prima di esprimere un qualsiasi giudizio clinico o medico-legale.

Ma due considerazioni si possono senz’altro fare.

All’età di 73 ani si può ancora funzionare bene sessualmente; ma ogni patologia che tocchi la sfera sessuale, quindi qualsiasi patologia urologica, ma anche vascolare o dismetabolica, o qualsiasi evento stressante o anche una semplice paura o preoccupazione – e tale può essere stata l’indagine del nostro lettore – può influire negativamente sulla sessualità e soprattutto sulla fase erettiva del rapporto sessuale. E di ciò correva l’obbligo di informarLa, di tranquillizzarLa, di sostenerLa: e ciò sarebbe specifico compito compito del Medico sessuologo.

La seconda considerazione si lega alla prima: è sempre da far presente a chi di dovere e cioè ad Organi legislativi, Ministero della Sanità ed Ordine dei Medici, l’importanza oggi assunta dall’Andrologia e dalla Sessuologia e ciò deve avvenire non solo da parte di noi Medici, ma anche dei cittadini tutti, perlomeno quelli interessati a queste problematiche. E’ opportuno a tal proposito ricordare che l’Andrologia è quella parte della scienza medica che studia e cura i disturbi della sfera sessuale maschile su base prevalentemente organica; mentre la Sessuologia studia e cura i disturbi sessuali maschili e femminili su base prevalentemente psicologica.

Si devono superare, abbandonare, sofismi legulei tipo il disquisire se l’Andrologia è un “perfezionamento”, piuttosto che una “specializzazione autonoma”; e così anche per la Sessuologia. Si deve andare al cuore dei problemi: solo così la Legge si riappropria della sua importanza e della sua essenza; la Legge è fatta dagli uomini per gli uomini, per un vivere associato in uno Stato di Diritto; fatta ed applicata con buonsenso e giustizia; pronta ad essere modificata con l’evolversi delle esigenze e dei tempi.

Per concludere e per ciò che attiene al nostro specifico campo, è da lottare affinché ci possa essere un’espansione, sia nella Medicina pubblica che in quella privata, delle scienze andrologiche-sessuologiche; e ciò per alleviare il dolore di tanti che soffrono per le loro disfunzioni, che possono rovinare l’esistenza al pari di altre malattie.