Rapporti anali
Da “Il Gazzettino” del 19/11/1999
Nel corso di ormai due anni che tengo la Rubrica di Sessuologia col Servizio il “Medico Sessuologo risponde”, numerose sono state le telefonate ed ultimamente anche una lettera sui rapporti sessuali diciamo così “hard” per dirla in inglese.
La lettera è di una giovane signora di trent’anni che riassumo… “…Mio marito da un po’ di tempo mi chiede di provare un rapporto anale… io mi vergogno anche di chiederlo a Lei, dottore… se è una cosa normale… Siamo abbastanza liberi, i rapporti orali li ho accettati di buon grado anche perché mi sembrano normali, ma questa ultima richiesta… Alcune mie amiche mi dicono che è normale, che è anche piacevole… altre mi dicono che sono cose che se c’è l’Amore non si devono fare… mi dica Lei…”.
Io chiedo comprensione ai Lettori del Gazzettino, ma sono un Medico Sessuologo e anche il rispondere a tali quesiti è mio dovere.
Dirò subito che il “normale” e l'”anormale” non si possono tagliare con una linea netta. Dirò anche che l’Amore non c’entra con quel che si può fare o non fare a letto; anzi, è proprio l’Amore, fatto di rispetto, di fiducia, di abbandono l’uno all’altro, che nobilita e non rende squallide alcune pratiche sessuali anche spinte; sempre che si sia tra adulti consenzienti, senza alcuna prevaricazione.
La moderna Sessuologia considera oggi i rapporti anali come una normale variazione al rapporto erotico, praticata senza problemi da molte coppie. Non è pericolosa se fatta con delicatezza, con stato psicofisico rilassato da parte della donna, se questa è portata ad un livello erotico che fa sì che essa si senta non strumento ed oggetto di piacere, ma compartecipe attiva; ecco perché per molte donne anche tali rapporti possono essere fortemente piacevoli e gratificanti con un partner e spiacevoli o dolorosi con altri.
Ma perché gli uomini li chiedono? Per vari motivi. Intanto è da dire che le natiche femminili hanno da sempre rivestito un forte richiamo sessuale per l’uomo, e da ultime ricerche e statistiche sembra che anche quelle maschili rivestano un richiamo erotico per le donne. Alcuni uomini, i più gretti, pensano ai rapporti anali come pratica anticoncezionale. Altri possono avere una omosessualità latente. Altri non considerano più la vagina erotica, specie dopo la nascita di un figlio perché, nevroticamente, la associano alla riproduzione… altri perché la vagina è diventata più larga…
Diciamo subito che tali motivazioni sono o grette, o banali, o nevrotiche e quindi la donna anche solo per questo, ha buon motivo di rifiutare e di non erotizzarsi all’idea.
Altri uomini anelano a questo contatto per un desiderio di fusione totale, per una “appartenenza” ancora più completa. Beh, magari in questo caso la donna può sentirsi lusingata dal desiderio di lui, può provare, e se anche a lei piace, non c’è niente di anormale a farlo.
Ma anche se la richiesta di lui avesse realmente le radici più romantiche del mondo, questo non la obbligherebbe ad accondiscendere. Mai fare qualcosa contro la propria volontà a letto: solo se l’iniziativa di lui fa superare pregiudizi e paure e permette di scoprire un desiderio ed un piacere che è anche di lei, allora come tutte le pratiche sessuali, anche questo tipo di rapporto diventa un veicolo d’Amore.